Una legge contro il fumo all’aperto: "Il Ticino può fare da apripista"
29.05.19 / anno 2019 fumo passivo In Italia «una legge regionale lombarda che limiti il fumo all’aperto, ad esempio nei parchi, fuori dai ristoranti o nelle stazioni»: questa la proposta lanciata a Milano da Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, durante il convegno “Fumo e Ictus”. Con la nuova legge la Lombardia potrebbe fare da apripista «per altre regioni, e far recepire alla fine questa esigenza dal Parlamento». Garattini dice anche che il tema non è però la repressione: «Più che proibire la legge dovrebbe servire a incrementare la consapevolezza del danno che un fumatore fa a sé stesso e alla società» e insiste sul fatto che il fumo di sigaretta raddoppia il rischio di ictus, come dimostrano i maggiori studi internazionali anche se «il 25% della popolazione italiana sopra i 15 anni non è consapevole che il fumo sia un fattore di rischio importante per questa patologia. Basta una sigaretta al giorno per far aumentare il rischio di malattie cardiovascolari». Neppure le sigarette elettroniche sono una salvezza: «Si pensa che le patologie siano dovute ai processi di combustione, ma la verità è che per le malattie cardiovascolari è la nicotina uno dei fattori principali di rischio. Le nuove sigarette elettroniche sono meno dannose per i tumori ma a causa del loro contenuto di nicotina, talvolta superiore, hanno a che fare con le malattie cardiovascolari, forse ancora di più delle sigarette».E in Svizzera?
Nadia Ghisolfi e confirmatari, nel testo delle iniziative presentate a suo tempo chiedono di vietare il fumo "su parte degli spazi all'aperto", prevedendo "la possibilità di separare fisicamente lo spazio anche all'aperto", come era già stato fatto per i locali chiusi. A tal proposito, i firmatari ricordano che "l'applicazione del divieto deciso dal popolo ticinese dieci anni fa è diventata prassi corrente e non ha comportato particolari problemi né per gli esercenti e i dipendenti, né per i clienti fumatori. Inoltre la maggior parte dei clienti continua ad apprezzare il divieto di fumare negli esercizi pubblici." Negli spazi chiusi il problema del fumo passivo è quindi stato risolto. "Lo stesso non è per tutto quello che concerne gli spazi pubblici all'aperto, quali parchi giochi, terrazze di ristoranti, stadi del ghiaccio o di calcio e così via" scrivono Ghisolfi e colleghi, secondo cui la questione è sentita "soprattutto con l'arrivo della bella stagione."
Alberto Polli, presidente dell'Associazione svizzera non fumatori: «Sono 10 anni che all'interno degli esercizi pubblici non si può più fumare e ora bisogna prestare un occhio di riguardo pure all'esterno, definendo delle zone per fumatori. Il fumo non è una libertà di scelta, bensì un vizio di scelta. E la verità è che senza un divieto non funziona. Senza normative non si educa».